Pterophyllum scalare

Scheda su Pterophyllum scalare, una delle specie più diffuse in acquariofilia ma che richiede attenzioni per tenerla al meglio.

0
2313

In questo articolo, come avrete già letto dal titolo, parleremo di Pterophyllum scalare, una specie molto diffusa negli acquari ma alla quale raramente viene resa giustizia.
Racconteremo anche un’esperienza con la sua forma selvatica proveniente dal Rio Nanay.

Etimologia di Pterophyllum scalare

Già solo analizzando il nome scientifico di questa specie si possono apprezzare le principali caratteristiche: Pterophyllum è composto da pteron e phyllon, ossia “pinna a foglia”, dal greco.
Scalare, invece, dal latino, richiama l’ascendere: una classica caratteristica di questi pesci è lo sviluppo verticale delle pinne.
Altra caratteristica saliente è l’eleganza nel nuoto, tanto da essere conosciuto anche come pesce angelo o, in inglese, angelfish.

Al giorno d’oggi in commercio si trovano diverse wild form di Pterophyllum scalare, per esempio: ‘Peru Altum’, ‘Nanay’, ‘Manacapuru’ o ‘Santa Isabel’.

Questa volta, tuttavia, ho deciso di ridare un po’ di credito alle selezioni (purché siano fatte rispettando il pesce in questione) decidendo di allevare dei P. scalare “commerciali”. Ho comunque scelto una selezione con sembianze naturali, ovvero quella che dovrebbe essere la ‘Silver’. Vi lascio una foto giusto per farvi capire di cosa parlo:

Pterophyllum scalare Silver
Pterophyllum scalare ‘Silver’

In fondo all’articolo, inoltre, sto inserendo una mia nuova esperienza con degli esemplari ‘Rio Nanay’: l’articolo verrà aggiornato man mano con i risultati.
Questa esperienza ha lo scopo di evidenziare alcune differenze tra esemplari selvatici o quasi ed esemplari selezionati provenienti da allevamenti.

Selezioni di Pterophyllum scalare

Tengo a fare delle riflessioni sulle selezioni che ritengo degne di considerazione:

  • resto dell’idea che selezioni pesanti, come P. scalare ‘Marble’ o P. scalare ‘Koi’ storpino il pesce. Nel caso particolare di scalare e altri ciclidi (tipo M. ramirezi), queste selezioni li mutilano della capacità di comunicare mediante i cambi di livrea.
    P. scalare Koi
    P. scalare ‘Koi’. La livrea è immutabile e la resistenza del pesce minore.

    Inoltre, l’accoppiamento continuo tra consaguinei per ottenere un nuovi morph indebolisce il pesce; infatti esemplari selezionati pesantemente, come la citata varietà ‘Marble’, dimostrano deficit riproduttivi quali la dimensione delle uova, che presentano un sacco vitellino ridotto, il quale porta a una maggiore mortalità durante il periodo larvale; anche il numero di uova deposte e la fertilità sono nettamente inferiori [1].

  • Il secondo punto che tengo a sottolineare è che, nonostante questi pesci arrivino da qualche anno di selezione, vanno tenuti in condizioni a loro consone, a partire da valori dell’acqua, fino al fatto di far effettuare ai genitori le cure parentali.

Insomma, il messaggio che vorrei far passare è che qualche anno di selezione non ha di sicuro cambiato migliaia di anni di evoluzione mirata a vivere al meglio in un determinato ambiente.
Conclusa la ramanzina, cominciamo a conoscere meglio questa specie!

Distribuzione in natura

Il genere Pterophyllum è largamente diffuso nei bacini sud americani: lo si trova in Guyana, Colombia, Perù e Brasile più in particolare nel Rio Amapá (Brasile), nel Rio Oyapock (Guyana Francese), nel Rio Essequibo (Guyana), nel Rio Nanay (Perù).

Bacino del Rio delle Amazzoni
Cartina del bacino del Rio delle Amazzoni.

Habitat naturale

Abita i corsi d’acqua maggiori del bacino e non vive necessariamente in acque scure (black water). Fattore invece comune del suo habitat naturale è il flusso d’acqua, lento per la maggior parte dell’anno.
I valori di durezze e pH sono mediamente bassi, circa KH 0-5 dKH e pH fra 5 e 7.

Un’altra caratteristica del luogo di origine di P. scalare è l’abbondante presenza di piante, sia galleggianti, come Pistia spp., sia sommerse, come specie del genere Nymphaea o del genere Echinodorus.

Descrizione della specie

Come è stato già accennato nell’introduzione la caratteristica morfologica principale di questi pesci è il fatto di avere le pinne, in particolare la pinna dorsale e la pinna anale, sviluppate più in altezza che in lunghezza, facendo raggiunge ai pesci un’altezza anche superiore ai 25 cm (in esemplari in forma ancestrale, come i ‘Santa Isabel’); le varietà selezionate tendono tuttavia a rimanere più “basse”.

Altra caratteristica non molto comune è il fatto che le pinne ventrali non sono delle vere e proprie pinne ma invece sono quasi dei filamenti molto lunghi.

Dimorfismo sessuale

In questa specie non ci sono particolari differenze morfologiche tra maschio e femmina.
Solamente quando si hanno pesci completamente adulti e sviluppati, il maschio è leggermente più grande della femmina e talvolta può presentare una gibbosità sopra la testa, soprattutto se l’esemplare in questione è cresciuto con una dieta sbilanciata verso grassi e proteine.

Un modo per sessarli con certezza maggiore è osservarne i comportamenti e le papille genitali in fase riproduttiva:

  • i maschi tendono ad essere più aggressivi, particolarmente verso conspecifici, e presentano la papilla genitale più corta e appuntita: è il punto di rilascio dello sperma per fecondare le uova;
  • le femmine, di contro, in fase di riproduzione, tenderanno a sorvegliare quello che è stato scelto come substrato di deposizione senza mai allontanarsi troppo e presentano una papilla genitale più evidente a forma di tubo con l’estremità stondata: è l’ovopositore che servirà a deporre le uova.

Comportamenti tipici

P. scalare, pur essendo un ciclide, è relativamente tranquillo.  In vasca, tranne durante il periodo riproduttivo, come vedremo dopo, trascorre la maggior parte della giornata in nuoto stazionario nella zona della vasca che più gli aggrada; generalmente si tratta di un posto relativamente riparato che viene considerato sicuro.

Comportamenti verso conspecifici e altri inquilini

Come già detto si tratta di pesci relativamente tranquilli; per quella che è la mia esperienza praticamente ignorano coinquilini quali caracidi (nel mio caso, Nannostomus) e Corydoras.

Il discorso invece cambia leggermente considerando conspecifici; soprattutto nel momento pasto ho notato che sorgono dei “battibecchi” da parte del dominante che rivendica sui sottomessi il diritto a mangiare per primo.

In riproduzione l’aggressività da parte della coppia aumenta verso tutti i fronti.
Gli scontri seri nascono solo alcune volte, quando più coppie, se presenti, depongono contemporaneamente e non c’è sufficiente spazio nell’acquario.

Riproduzione di Pterophyllum scalare

Deposizione scalari

Coppie di P. scalare

Pterophyllum scalare è un ciclide che può essere considerato monogamo. Ciò significa che, una volta formata la coppia, resterà quella, salvo imprevisti quali morte di uno dei due partner o rottura della coppia a causa di stress eccessivo, per esempio dovuto alla perdita di numerose covate.

Studi hanno dimostrato che dopo un numero di circa tre cicli riproduttivi il maschio tende ad abbandonare la compagna (ovviamente dove è possibile, quindi dove l’allevamento è in gruppo).
È inoltre dimostrato che allevare i pesci in condizioni non idonee (ovvero di stress) accorcia notevolmente la “vita” della coppia fino ad un solo ciclo riproduttivo e, in ogni caso, sarà il maschio ad abbandonare la femmina che continuerà a prendersi cura della progenie fino al momento in cui diventa indipendente [2].

Per questo motivo, come vedremo meglio in seguito, è consigliabile partire da un gruppo di almeno quattro o cinque giovani dal quale poi tenere solamente una/due coppie a seconda delle dimensioni della vasca.

Se la vasca invece è sufficientemente voluminosa (almeno 120 cm di lato lungo) sarà possibile l’allevamento in gruppo. In questo caso ci sarà anche da tenere conto del fatto che più esemplari ci saranno, più si potrà formare una gerarchia articolata e quindi l’aggressività del dominante verrà suddivisa tra più esemplari; consiglio una numerosità del gruppo superiore ai sei esemplari.

Stimolare la riproduzione

Una volta che la coppia è formata e avrà raggiunto la maturità sessuale, non sarà difficile stimolare la riproduzione. Infatti basterà acidificare portando il pH attorno al 6.5 e portare la temperatura sui 27/28 °C.

La coppia sceglierà un luogo di deposizione, in generale una superficie tendenzialmente verticale, e inizierà a ripulirla con cura. Una volta che i genitori saranno soddisfatti del loro lavoro, inizierà il vero e proprio accoppiamento: una fase in cui il maschio e la femmina si alterneranno per circa due ore nel deporre e fecondare le uova (che sono appiccicose e che quindi aderiranno perfettamente alla superficie scelta).

Cure parentali di Pterophyllum scalare

Una volta terminata la deposizione i genitori inizieranno delle spettacolari cure parentali che proseguiranno giorno e notte fino a che gli avannotti non saranno indipendenti.
I due sorveglieranno continuamente le uova, tenendole costantemente ventilate e rimuoveranno eventuali uova ammuffite con la bocca.

Un piccolo consiglio: se avete altri inquilini particolarmente irruenti, può essere di aiuto mettere una fonte di luce con intensità molto bassa (in particolare se la stanza è completamente buia), in modo che i genitori abbiano sempre sotto controllo la situazione.

Dalla deposizione in poi i neo-genitori dimostreranno anche un netto aumento di aggressività sia extra- sia intra-specifica e, se avete un gruppo numeroso di P. scalare, potrete osservare che generalmente il maschio fronteggia altri maschi, la femmina, altre femmine: questo comportamento potrebbe servire per mantenere la coppia legata [3].

Schiusa delle uova

Le uova schiuderanno dopo 36/72 ore – il tempo e la percentuale di successo della schiusa dipendono molto dalla temperatura e dalla conducibilità.
Appena nate, le larve non sono ancora in grado di nuotare, infatti resteranno adese al substrato di deposizione finché non avranno terminato il sacco vitellino e saranno quindi completamente sviluppate.

Di seguito un video degli avannotti schiusi ma ancora attaccati al substrato dove sono stati deposti intenti a consumare il sacco vitellino:

Questa fase occupa circa 6/7 giorni al termine dei quali dovremmo farci trovare pronti con mangime preferibilmente vivo (consiglio i naupli di artemia appena schiusi o le cisti decapsulate poiché è dimostrato [4] diano un ottimale rapporto di crescita in P. scalare) da somministrare 5/6 volte al giorno. Mi sono trovato bene mettendo le cisti a schiudere al settimo giorno dalla deposizione a un temperatura di 22 °C.

Nel video seguente, gli avannotti dopo la schiusa sono stati spostati su un’altra foglia dai genitori ed è la fase che precede il nuoto libero, quando il sacco vitellino è già stato quasi completamente riassorbito:

Un breve video degli avannotti al terzo giorno di nuoto libero difesi molto vigorosamente dalla madre:

Avannotti indipendenti

Una volta che i nuovi nati saranno completamente indipendenti potremo, anzi dovremo, spostarli in una vasca di accrescimento. A questa vasca dovremo dedicare particolare attenzione mantenendo l’acqua molto pulita e prestando attenzione che non si formino depositi di cibo (che dovrà essere molto e suddiviso in più pasti) sul fondo.

Altro fattore a cui dare particolare attenzione è il numero di pesci per vasca: ricerche scientifiche hanno dimostrato che tenere i giovani in vasche sovrappopolate (come consigliano erroneamente alcuni allevatori) incide negativamente sul rateo di crescita [5].

L’acquario per Pterophyllum scalare

L’acquario per questi splendidi angelfish dovrà presentare zone che forniscono riparo formate da radici/legni e piante a foglia larga come Vallisneria spp. o Echinodorus spp. e zone più libere e sgombre dove i pesci potranno nuotare senza disturbo.
L’acquario dovrà essere allestito con numerosi riferimenti verticali, usando piante o legni in modo da poter delimitare i territori e poter anche essere usati come siti di deposizione.

Pur non essendo dei Geophagus, dalla mia esperienza ho notato che se del mangime va a finire sul fondo non lo disdegnano, andando a raccoglierlo con la bocca e risputando poi il fondo e il detrito.
Pertanto consiglio come substrato della sabbia sugar size che, ad ogni modo, è il substrato che presenta il loro habitat naturale.

Acquario scalare

Dimensioni dell’acquario

L’altezza della vasca, che spesso consideriamo come secondaria, è un parametro fondamentale per questo genere. Con una colonna d’acqua netta inferiore ai 55-60 cm i nostri scalare cresceranno meno e in modo deforme con le pinne che si piegheranno e che non ci faranno godere appieno la maestosità e l’eleganza di questi pesci.

Da non sottovalutare è anche però la lunghezza della vasca che, secondo il mio parere, deve essere di almeno 120 cm in modo da consentirci di allevare un gruppo e non solo una coppia. In questo modo potremo osservare i comportamenti sociali e la formazione di una gerarchia, inoltre offriremo loro più spazio per il nuoto viste anche le dimensioni raggiunte.

Per vasche di dimensioni inferiori consiglio di tenere una sola coppia, con la raccomandazione però di non scendere sotto il metro di lunghezza della vasca e mantenere sempre la necessaria colonna d’acqua.

Parametri dell’acqua

pH: 6.5, durezza carbonatica  4 dKH, conducibilità elettrica non superiore ai 150 μS/cm e temperatura attorno ai 26/27 °C sono valori che andranno più che bene il mantenimento.

Cambi d’acqua costanti sono inoltre molto importanti per rimuovere e/o diluire segnali chimici rilasciati dai pesci che potrebbero andare ad influire sul comportamento dei pesci stessi [6].

Per stimolare la riproduzione sarà sufficiente alzare di poco la temperatura e acidificare ulteriormente (potete prendere spunto dall’articolo sulla stagionalità, che tratta in maniera più dettagliata questi cambiamenti).

Alimentazione

È importante fornire a questi pinnuti una dieta quanto più varia possibile, alternando ad una parte più proteica un parte più vegetale [7].
Vivamente consigliata è la somministrazione di artemia o chironomus congelati/vivi, senza però eccedere: ricordiamo infatti che il chironomus è molto grasso, quindi una dieta basata solo su questo alimento non è completa.
Da evitare invece sono i pastoni a base di cuore di bue o con altri proteine animali.

In fase giovanile, ovvero di crescita, è preferibile dare molti pasti piccoli nel corso di tutta la giornata anziché dare pochi pasti ma abbondanti. Questo accorgimento farà sì che i pesci crescano in maniera omogenea e allontana il rischio di malnutrizione.

Esperienza con P. scalare ‘Rio Nanay’ F1

Oltre ad aver allevato e riprodotto la selezione commerciale ‘Silver’ di P. scalare sto allevando ora dei fantastici P. scalare del Rio Nanay F1 (ovvero prima generazione riprodotta in cattività da genitori selvatici). Sto notando che alcune considerazioni fatte sopra non sono del tutto applicabili con esemplari che discendono direttamente da selvatici.

Acquario.top sconsiglia, ove possibile, di acquistare pesci di cattura se non a scopi riproduttivi. Invita a cercare esemplari in forma ancestrale, ovvero non soggetti a selezione, ma di allevamento.

Aspetto

In quanto si tratta di una specie non selezionata la livrea è molto più mutevole, infatti ho osservato che le variazione di umore influiscono in modo molto più netto sulla livrea.
In particolare, le barre nere verticali passano dall’essere di un nero intenso a un nero molto più sbiadito e chiaro in relazione allo stress che il pesce accusa.

Peculiari dei P. scalare provenienti dal Rio Nanay sono le iridescenze presenti sull’opercolo branchiale che sono state ben visibili fin da subito. I ‘Rio Nanay’ sono famosi anche per gli spot marroni/giallastri presenti lungo il corpo e che, come le bande laterali, sono caratteristici e unici per ogni esemplare.
Un’altra peculiarità è il pinnaggio che è marrone tendente al rosso scuro.

Pterophyllum scalare 'Rio Nanay'
Foto di Federico F. (Vietato l’uso senza suo esplicito consenso scritto)

Allestimento per ‘Rio Nanay’

Una delle prime cose che ho notato quando sono arrivati è stata la dimensione; benché non fossero ancora completamente adulti erano già nettamente più grandi e, soprattutto, più “alti” dei commerciali. Ho deciso percià di alleggerire il layout lasciando più spazio per il nuoto.

Anche la timidezza era molto più elevata: con due tubi T5 da 36 W tendevano a rimanere nella parte destra della vasca in mezzo alle foglie di Vallisneria.
Ho perciò ho deciso di sostituire i T5 con un faretto dotato di LED COB da 30 W in modo da avere una luce più soffusa e naturale che, devo dire, hanno gradito sin da subito. Ai LED ho inoltre aggiunto una centralina alba/tramonto in modo da non spaventare i pesci durante accensione e spegnimento [8].

La vasca ora si presenta così:

Comportamento verso conspecifici

Per quanto sto osservando posso dire che gli attuali F1 sono molto più gregari e che si è formata una gerarchia ben più complessa di quella formatasi con i commerciali.

Mi spiego meglio: con i commerciali ero partito da un gruppo di sei dal quale si sono formate due coppie che mi hanno costretto a rimuovere i due esemplari in esubero, dopo la rimozione le due coppie si sono divise la vasca e le interazioni sono diventate minime.
Con questi F1, benché ne abbia solo cinque (consiglio però di allevare un gruppo più numeroso, se la vasca è sufficientemente più grande della mia), sto notando che, oltre a nuotare nettamente più uniti in vasca, si è creata una gerarchia con un maschio dominante. Esso staziona generalmente nella parte alta della vasca e tollera un solo altro esemplare, presumibilmente la sua femmina.

Quindi si potrebbe dire che si è formata una coppia dominante sul resto del gruppo – gli esemplari al momento non sono ancora sessati poiché la papilla genitale non è mai stata visibile.

Riproduzione

Ho notato che gli attuali “Rio Nanay”, anche se mantenuti in valori dove i selezionati si riproducevano e portavano a termine la covata senza problemi (pH attorno al 6, conducibilità 100 μS/cm, temperatura 26 °C), non accennano minimamente ad avere comportamenti riproduttivi.

Ciò significa che il legame che hanno con i valori naturali è (ovviamente) molto più stretto, pertanto per stimolare la riproduzione dovrò scendere ulteriormente (mi aspetto di vedere i primi corteggiamenti un pH vicino al 5, conduciblità attorno ai 50 μS/cm e una temperatura sui 28/29 °C).

Alimentazione

Gli F1 tendono ad essere molto più selettivi sul cibo prediligendo di gran lunga il congelato e tendendo a snobbare un granulato a base vegetale, sopratutto se affondante.

Ho notato questa selettività anche tra esemplare ed esemplare: due esemplari in particolare sembrano accettare di miglior grado il mangime secco rispetto agli altri tre. Ho  però osservato con altri mangimi che se un esemplare inizia a mangiarlo piano piano lo segue il gruppo intero.

Aggiungo che la dieta in fase giovanile dovrà essere basata su più pasti quotidiani (3/5) che dovranno essere consumati nel giro di pochi minuti dalla somministrazione in modo che il mangime non arrivi sul fondo dove verrà poi ignorato quasi totalmente.

Gestione vasca

È importante mantenere l’acqua sempre pulita, priva di inquinanti e con una conducibilità bassa, pertanto i cambi dovranno essere effettuati con regolarità (ottimo sarebbe avere una cadenza settimanale) con acqua molto morbida.

Personalmente cambio il 25% a settimana usando quasi solamente osmosi trattata con un estratto di acidificanti naturali quali foglie di catappa/quercia e pignette di ontano così, oltre ad avere una conducibilità molto bassa, ho anche un ottimo effetto tampone e acidificante sul pH (che al momento è a 6) grazie ai tannini e agli acidi umici rilasciati.

Tendo anche ad evitare l’introduzione in vasca di foglie e pignette poiché decomponendosi andrebbero ad influire negativamente sulla conducibilità.

Non avendo altro da aggiungere (al momento) vi lascio una carrellata di foto random… anche se sono un pessimo fotografo, spero possiate apprezzare la bellezza di questi fantastici pesci!

Concludo dicendo che la mia esperienza con questi fantastici P. scalare ancestrali è ancora work in progress perciò aggiornerò l’articolo in futuro.

Se avete appunti o consigli che avete notato personalmente non esitate a contattarmi in privato o nel forum!

Bibliografia e crediti

[1] Satyani, Darti. (2017). REPRODUCTION OF THREE COLOUR VARIETIES OF ANGELFISH (Pterophyllum scalare). Indonesian Fisheries Research Journal. 5. 19. doi:10.15578/ifrj.5.1.1999.19-22.

[2] Vedere gli studi citati nelle varie location: Water values South America

[2] Cacho, MSRF.; Yamamoto, ME.  and  Chellapa, S.. Mating system of the amazonian cichlid angel fish, Pterophyllum scalare. Braz. J. Biol. [online]. 2007, vol.67, n.1 [cited  2020-03-23], pp.161-165. Available from: <http://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S1519-69842007000100022&lng=en&nrm=iso>. ISSN 1519-6984.  https://doi.org/10.1590/S1519-69842007000100022.

[3] Yamamoto, M.E., Chellappa, S., Cacho, M.S.R.F. and Huntingford, F.A. (1999), Mate guarding in an Amazonian cichlid, Pterophyllum scalare. Journal of Fish Biology, 55: 888-891. doi:10.1111/j.1095-8649.1999.tb00727.x

[4] García-Ulloa, M., Gómez-Romero, H. J. Growth of angel fish Pterophyllum scalare [Gunther, 1862] juveniles fed inert diets. Avances en Investigación Agropecuaria. 2005, 9(3), 49-59. ISSN: 0188-7890. Disponible en: https://www.redalyc.org/articulo.oa?id=83790306

[5] Degani, G. (1993), Growth and body composition of juveniles of Pterophyllum scalare (Lichtenstein) (Pisces; Cichlidae) at different densities and diets. Aquaculture Research, 24: 725-730. doi:10.1111/j.1365-2109.1993.tb00651.x

[6] Gauy, Ana & Boscolo, Camila & Gonçalves-de-Freitas, Eliane. (2017). Less water renewal reduces effects on social aggression of the cichlid Pterophyllum scalare. Applied Animal Behaviour Science. 198. 10.1016/j.applanim.2017.10.003.

[7] Sipaúba-Tavares, Lúcia & Silva, Juliane & Fernandes, João. (2019). Eichhornia crassipes biomass as a dietary supplement for Pterophyllum scalare (Schultze, 1823). Acta Scientiarum. Animal Sciences. 41. 43690. 10.4025/actascianimsci.v41i1.43690.

[8] Link alla discussione dove Fav0z e Diego mi aiutano nella costruzione del faretto LED.

Pterophyllum scalare su Seriously Fish.

Pterophyllum scalare su Fishbase.

Pterophyllum scalare (Schultze, 1823) in GBIF Secretariat (2019). GBIF Backbone Taxonomy. Checklist dataset https://doi.org/10.15468/39omei accessed via GBIF.org on 2020-03-26.

yılmaz, Mesut & Falakali Mutaf, Beria & İkiz, Ramazan. (2006). (Pterophyllum scalare Lichtenstein, 1823). Su Ürünleri Dergisi. 23. 10.12714/egejfas.2006.23.1.5000156710.

Cartina geografica: By Kmusser – Own work using Digital Chart of the World and GTOPO data., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4745680

Foto P. scalare ‘Koi’: By kirahoffmann, CC0 (Pubblico Dominio)